ll Decreto Rilancio (L. 77/2020), oltre all’Ecobonus e al Superbonus al 110%, ha introdotto lo sconto in fattura e la cessione del credito agli istituti di credito o altri intermediari finanziari.
Con l’introduzione di tale duplice opzione si è assistito ad una rincorsa frenetica per assicurarsi interventi agevolati entro la scadenza del 31 dicembre 2021.
I dibattiti spesi sui requisiti formali e tecnici per accedere ai Superbonus sono moltissimi, molto meno le linee guida in aiuto di chi in preda all’entusiasmo insegue allodole senza la conoscenza consapevole sulla vantaggiosità del prodotto.
Soffermiamoci sull’opzione dello sconto in fattura partendo innanzitutto dal significato letterale, per associare alla definizione di sconto il concetto di risparmio economico rispetto all’effettivo valore della cosa.
Domandiamoci quindi se in un periodo di recessione economica quale l’attuale sia ipotizzabile considerare una scontistica così insolita da parte dei fornitori che rinuncerebbero ad una liquidità certa in favore dell’acquirente.
L’antico proverbio “nessun cane muove la coda per niente” vi dice qualcosa?
Certamente ci aiuta a focalizzare la nostra attenzione sulle particolarità di un tale “beneficio” e a meglio comprenderne i meccanismi di applicazione.
Ora, partiamo dalla previsione applicativa in forza della quale il fornitore anticipa l’importo del prezzo per poi recuperare sotto forma di credito di imposta la quota di sconto concessa per comprenderne meglio la sua validità con un esempio pratico:
Immaginiamo di ristrutturare casa e di spendere 10.000,00 euro utilizzando ad esempio il bonus ristrutturazione al 50%. Nel caso dello sconto in fattura, spenderemmo solo 5.000 €. Il restante 50% dei 10.000 € verrebbe anticipato dalla impresa che a sua volta lo recupererebbe pagando meno tasse in futuro.
Ebbene, l’immediato mancato recupero di liquidità da parte della impresa dovrà necessariamente essere considerato da quest’ultima sul prezzo di listino applicato al cliente. Un prezzo che molto spesso risentirà di un ricarico tra il 15/30% contro un valore reale significativamente più basso.
Ecco quindi che lo sconto a cui si ambiva verrà monetizzato dal fornitore sotto forma di un prezzo più alto applicato sul prodotto/servizio.
Altra questione che negli acquisti senza opzione crea spesso problemi di garanzia attiene alla conformità del prodotto.
Una garanzia facilmente attivabile nelle vendite ordinarie, meno in quelle con opzione in cui dinanzi lo sconto immediato in fattura la garanzia di mantenere vincolato il venditore in caso di difformità del bene/servizio diventa di più difficile attuazione in quanto con la concessione del beneficio il rapporto tra le parti si chiude con remote possibilità di appellarvisi.
Infine, l’età dell’acquirente gioca un ruolo fondamentale nella scelta tra portare in proprio la detrazione e ricorrere alla opzione dello sconto in fattura. Un’opzione più comprensibile per gli over 70 e per coloro che hanno una aspettativa di vita inferiore rispetto al periodo di detrazione fiscale.
Ora, immaginiamo di applicare le suddette considerazioni su appalti di una certa importanza per rendersi conto di come lo sconto in fattura non sia proprio un dono caduto dal cielo quanto piuttosto un malizioso escamotage, definito da alcuni canto delle sirene per richiamare masse di smaniosi acquirenti che in preda al desiderio di rinnovo non considerano i reali meccanismi finanziari che vi si celano.