È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto-legge 11 novembre 2021, n. 157 “Antifrodi”, recante “Misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche”.
Un’ulteriore leva per contrastare i comportamenti fraudolenti e rafforzare le misure di controllo per l’accesso alla fruizione dei crediti di imposta, potenziando in questo modo l’attività di accertamento e recupero da parte dell’Amministrazione finanziaria.
All’art. 1, il Decreto prevede che, per optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito d’imposta, il contribuente deve:
- richiedere il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione per tutti i bonus fiscali edilizi diversi dal Superbonus (elencati al comma 2, art. 121 del D.L. 34/2020), e per i casi in cui il Superbonus è utilizzato dal beneficiario direttamente in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi, tranne che nei casi in cui la dichiarazione è presentata direttamente dal contribuente attraverso la precompilata o tramite il sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale;
- richiedere che un tecnico abilitato asseveri la congruità delle spese sostenute secondo le disposizioni dell’art. 119, co. 13-bis, del DL 34/2020.
Un provvedimento con valore retroattivo che riguarda lavori già avviati e in corso e che ha suscitato non poche polemiche, anche solo per aver introdotto nuovi adempimenti ed oneri di spesa non contemplati negli accordi contrattuali sottoscritti e alla vigilia di scadenze imminenti, come nel caso del bonus facciate 90% in scadenza al 31.12.2021.
Tra le motivazioni, come indicato in premessa, quello di contrastare il dilagante e diffuso fenomeno di privilegiare l’accesso al bonus facciata rispetto al Superbonus 110% per i minori controlli attuati dal Fisco sui requisiti di legittimità urbanistica e congruità dei prezzi riservati al più complesso strumento fiscale del Superbonus.
Dai controlli dell’ADE (Agenzia delle Entrate) è emerso infatti che oltre l’80% dei lavori eseguiti non hanno rispettato le indicazioni fornite con il “Decreto Rilancio” (redazione computi metrici secondo tariffe regionali, “prezziari DEI” o prezziari delle camere di commercio territoriali, pagamenti effettuati anche in assenza di lavori conclusi o addirittura prima del loro inizio) con ciò stravolgendo completamente la ratio sottesa all’introduzione di tali benefici fiscali che risponde all’obiettivo del risparmio energetico e riqualificazione dell’ambiente prima ancora del risparmio economico.